RECENSIONE BONUS, redatta per l’acquisto, da parte degli autori del romanzo, di un titolo a scelta fra quelli dell’evento “Compra e leggi un Collega”, promosso da RecensioniPerEsordienti.it .
Alex Briatico nel suo Della morte, dell’amore (e una confessione) racconta storie metropolitane che sono un condensato dei generi più accattivanti: giallo psicologico, noir, horror danno vita, fondendosi e confondendosi, ad una trama estremamente coesa e dal lessico “sospensivo” e teso.
Affascina, dell’autore, la capacità di registrare storie di “ordinaria follia” senza mai ergersi a giudice o censore – troppo banale e scontato, troppo “politicamente corretto” – lasciando che su di esse aleggi il fantasma di una pietas velata, ch’è forse la morte stessa – la propria, l’altrui poco importa – perché in fondo il lato oscuro abita ed agita ognuno di noi.
Belve al guinzaglio, siamo, forse, ciascuno col proprio vissuto e le proprie fragilità, in grado di travolgere, spesso inconsapevolmente, le situazioni e le persone che più ci sono prossime, proprio coloro le quali mai si aspetterebbero simili infausti esiti.
Sembrano immerse in un inverno senza fine, queste umane esistenze, alla ricerca disperata e vana di un raggio di luce che possa redimerle.
“Dal letame nascono i fior”, cantava l’aedo genovese, e mai verso sembra esser più pertinente, circa questi superbi racconti di “misere” esistenze.