“Le avventure di Spicchio e Spiro – Le patate vagabonde”, prima prova narrativa di Francesca Battaglia, è un giallo per ragazzi che strizza l’occhio, per la forte dose di umorismo e la quantità di personaggi originali e accattivanti messi in scena, anche agli adulti.
Setira, la città “a pan di zucchero” isolata nel deserto, è un luogo fiabesco abitato da una umanità variegata e da numerosi animali parlanti, che tutti insieme conservano ed amplificano caratteristiche, vizi e virtù della vita reale, costituendone un vero e proprio “specchio”.
Spicchio, il protagonista, è un ragazzo che lavora, sfruttato, friggendo patate per MamaGru, donna che si è fatta da sé tramite un’impresa di cucina da strada e una serie di imbrogli facilitati e ben tollerati – non senza una contropartita – dai malviventi locali; Piuma è una ragazza dagli occhi dolci, figlia di un bislacco inventore e nipote di uno dei più grandi mercanti del quartiere più malfamato della città: quasi inevitabile che, nel flusso piacevole delle pagine, le esistenze dei due giovani si incrocino, dando la possibilità ad entrambi di dare una svolta alla propria vita, come nelle migliori e più classiche storie d’amore.
Attorno a questo filone principale, la scrittrice costruisce un minuzioso microcosmo popolato da maghi, mercanti, imbroglioni di ogni risma, legati da un filo rosso onnipresente e gradevolissimo alla lettura: un umorismo allegro e mai sarcastico, che tocca vette notevoli nella figura di Spiro, un grosso topo che funge da “grillo parlante” al contrario per il protagonista.
Una prova significativa e validissima, per una lettura ch’è vero e proprio svago senza tempo, imbevuta di sorprendente, inedita spensieratezza.